una TV educativa

Apprendere implica una partecipazione attiva e un impegno mentale da parte dell’individuo. Se si vuole che la televisione diventi uno strumento di apprendimento e favorisca lo sviluppo nel bambino di capacità diverse da quelle che vengono padroneggiate grazie alla lettura e alla scrittura, allora è assolutamente necessario evitare la passività del giovane telespettatore.
Patricia Greenfield (1985), psicologa americana, ha studiato per molti anni gli effetti della televisione sulle capacità cognitive dei giovani utenti, il bambino impara a ‘leggere il televisore’, ovvero a decodificare il suo codice audiovisivo caratteristico mettendo in atto capacità specializzate simili a quelle attivate dall’apprendimento della lettura e della scrittura. Greenfield sottolinea come le immagini visive in movimento, tipiche della televisione, rendano questo mezzo particolarmente adatto a comunicare e a trasmettere informazioni ai bambini piccoli, che non sanno parlare bene e che ancora non leggono. I bambini riescono a capire e a memorizzare meglio la trama di una storia quando questa viene presentata sotto forma di immagini anziché come racconto orale.

Interazione tra spettatore e mezzo televisivo
L’uso educativo del mezzo televisivo può essere facilitato quindi dalla creazione di una formula di televisione interattiva, in cui al bambino si concede uno spazio per riflettere sul programma a cui assiste e confrontare le proprie idee con quelle di un adulto, che si trova dentro o fuori lo schermo. Nel primo caso, può essere utile prevedere al termine del programma un momento di riepilogo, nel quale il conduttore riprende i concetti o le informazioni chiave trasmesse, riproponendole e riformulandole, dando così modo al piccolo telespettatore di consolidare i nuovi apprendimenti. Nel secondo caso, si suggerisce la presenza di un familiare o di un educatore con il quale, al termine della visione televisiva, il bambino può discutere l’argomento proposto dal programma o mettere in pratica le attività in esso presenti. Inoltre è constatato che l’utilizzo di personaggi-bambini nei programmi educativi favorisce il coinvolgimento dei giovani telespettatori, i quali si identificano con i loro coetanei. Tale coinvolgimento accresce l’interesse per le tematiche trattate e potrebbe così aumentare sia il gradimento per il programma sia la motivazione ad apprendere le nozioni proposte.

1 commento:

  1. Ho riflettuto molto sul tema e sono arrivato alla conclusione che il mezzo televisivo, pur con la sua caratteristica ipnotica, è di per sè abbastanza neutro; i suoi effetti possono essere utili o nefasti (a mio avviso nella maggior parte dei casi) a seconda di chi decide la programmazione.... I discorso è molto complesso e mi pare che l'articolo affronti il tema in modo assolutamente generico, superficiale e sbagliato.

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